Sono state 366.598 le denunce di infortuni sul lavoro presentate all’INAIL nei primi 9 mesi del 2020, 102 mila in meno rispetto agli stessi mesi del 2019 (-21,8%), certamente influenzate dal calo di denunce dovuto alla chiusura, tra marzo e maggio, di ogni attività produttiva non essenziale adottata per frenare la pandemia dovuta al virus Covid-19, nonchè dalle difficoltà riscontrate da molte attività a riprendere la produzione a pieno regime nei mesi successivi.
Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati nei primi tre trimestri del 2020 è diminuito del 14,4% nella gestione Industria e servizi (dai 372.286 casi del 2019 ai 318.811 del 2020), del 18,7% in Agricoltura (da 24.633 a 20.023) e del 61,3% nel conto Stato (da 71.779 a 27.764).
Ciononostante, i casi di incidenti morali denunciati nello stesso periodo sono statti 927, ben il 18,8% in più rispetto al 2019, quando si erano registrati 780 casi. Occorre però sottolineare che, tale aumento, secondo l’INAIL, è influenzato dal numero delle denunce protocollate fino al 30 settembre 2020 a causa dell’infenzione da Covid-19 in ambito lavorativo.
A livello nazionale, rispetto ai primi tre trimestri dell’anno scorso, si registra una riduzione solo degli infortuni mortali in itinere, che sono passati da 217 a 151 (-30,4%), mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono aumentati da 563 a 776 (+37,8%). L’incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi (da 670 a 812 denunce) e il conto Stato (da 10 a 34), mentre l’Agricoltura ha registrato 19 casi in meno (da 100 a 81).
Per approfondire, qui è possibile consultare il comunicato completo dell’INAIL, nonchè consultare gli opendata messi a disposizione dall’istituto.